PMI familiari: come gestire il passaggio del testimone

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    PMI familiari: come gestire il passaggio del testimone

    Ogni buon imprenditore si trova frequentemente a dover coordinare un insieme di fattori chiave per la propria azienda. Si parte dagli interventi più diretti e materiali, come la gestione di un eventuale magazzino e l’amministrazione dell’inventario; per poi toccare gli aspetti burocratici, spesso più teorici ma non per questo meno importanti, come il confronto con le norme fiscali vigenti e le direttive di fatturazione. In questo modo ogni individuo a capo di un’impresa, sia questa di grandi, medie o piccole dimensioni, raggiunge un equilibrio, un metodo di lavoro preciso con cui portare l’azienda verso una crescita sostenibile e ben redditizia. A causa di alcuni fattori fondamentali, tuttavia, è possibile che questo compito presenti delle difficoltà aggiuntive, per esempio nel caso in cui ci si trovi alla guida della propria azienda a conduzione familiare.

     

    Secondo le stime più recenti, nel nostro paese la percentuale di imprese familiari è altissima. Tale valore supera abbondantemente il 60%, più della metà del numero totale. Tra queste, purtroppo, solo alcune (circa il 30%) si dimostra in grado di lasciarsi alle spalle con successo il primo passaggio generazionale. Poco più del 10%, invece, riesce a sopravvivere al secondo passaggio, ovvero l’ingresso in una terza generazione. Ma quali sono i motivi per cui, normalmente, un’azienda non riesce a mantenere i “vecchi” ritmi, brillantemente imposti dal fondatore? Naturalmente sarebbe opportuno esaminare ogni caso in modo separato. Le dinamiche di due imprese apparentemente simili, difatti, possono variare radicalmente a un’analisi particolarmente attenta. Ad ogni modo si possono riassumere gli errori più diffusi, al fine di fornire un quadro generale dell’approccio più classico e valutare cosa è necessario evitare sempre e senza eccezioni. Ecco una lista con le direttive di base, ognuna valorizzata da una breve spiegazione.

     

    Rinnovo del modello gestionale

    Il fondatore di un’azienda, nei casi più comuni, cede il controllo a terzi solo dopo aver raggiunto un’età notevolmente avanzata. Questo può avvenire non solo per un evento di morte, ma anche per la semplice mancanza di energie necessarie all’amministrazione dell’impresa. In questi casi, chi guadagna le redini dell’organizzazione potrebbe trovarsi a dover svecchiare un modello di business basato su schemi passati, incompatibile con gli standard attuali. Sarebbe bene non ignorare questo aspetto, rinnovando le filosofie di coordinamento e adattando l’azienda alle più recenti esigenze di mercato.

     

    Definizione dei ruoli

    Nelle associazioni in cui più membri di una famiglia si trovano ai vertici, può accadere che il potere venga distribuito in modo inopportuno. Si tratta di un errore imperdonabile, che si può correggere imponendosi di trovare un accordo rigido, relativo alla posizione occupata da ognuno all’interno della gerarchia.

     

    Distinzione tra lavoro e legami affettivi

    Probabilmente il meccanismo più importante per la buona riuscita di un passaggio generazionale. Dopo aver definito una figura adatta al comando, è bene che questa sia in grado di assumersi delle responsabilità. Questo deve avvenire a costo di “svantaggiare” determinati membri della famiglia: in sintesi, non permettere che i rapporti familiari interni all’impresa comportino un eccesso di favoritismi o trattamenti troppo sbilanciati all’interno dell’organico.

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