Piani individuali di risparmio, cosa sono e quali Pmi possono usufruirne?

  • Piani individuali di risparmio, cosa sono e quali Pmi possono usufruirne?

    Piani individuali di risparmio, cosa sono e quali Pmi possono usufruirne?

    Chi gestisce una Pmi ha di certo sentito parlare dei Pir, Piani individuali di risparmio. Un argomento in voga nell’ultimo periodo, al pari delle più recenti novità informatiche sulla fatturazione, grazie agli enormi vantaggi che l’investimento sui Pir può garantire sia all’investitore, sia a chi controlla la Pmi interessata. Ma di cosa si tratta? I Pir rappresentano uno strumento finanziario disciplinato e tutelato, che consiste in dei titoli, ciascuno dall’ammontare massimo pari a 30.000 euro. Il loro vincolo minimo è fissato a cinque anni (quindi una forma di investimento a medio e lungo termine), durante i quali i Pir maturano (in breve) una forma di immunità dai dividendi e dalle imposte su donazioni ed eventuali successioni. Le Pmi possono sfruttare le grandi potenzialità dei Pir per finanziarsi e ottenere una marcia in più verso la crescita, ma attenzione: solo le persone fisiche possono aprire un conto con i Pir, sono escluse quindi le aziende e le altre persone giuridiche. Un altro limite è quello dell’ammontare complessivo: non c’è un limite al numero di titoli Pir di cui si può entrare in possesso, ma la somma dei Pir intestati a una sola persona fisica non può superare i 150.000 euro. La percentuale del proprio capitale su uno stesso strumento, inoltre, non può superare il 10%. Uno strumento, quindi, ideato per i piccoli investitori, che proprio grazie al loro numero e alla concentrazione di Pmi in Italia possono rivoluzionare il settore con dei flussi economici mai conosciuti prima. I Pir possono essere promossi esclusivamente dalle Pmi a gestione italiana; questo non significa che non esistano strumenti equivalenti negli altri paesi europei, ma semplicemente che i Pir sono stati creati appositamente per snellire le norme fiscali in materia sul nostro territorio nazionale.

     

    È lecito chiedersi quali siano le Pmi che possono approfittare di questa recente iniziativa: quali requisiti deve rispettare una piccola o media impresa per poter promuovere i propri titoli tramite le funzionalità dei Piani individuali di risparmio? Questo punto, il più importante per chi gestisce una Pmi, è ancora piuttosto offuscato. Si parla di Pmi efficienti, con dei progetti approvati da un organo di cui ancora sembra non si conosca l’identità. Ma a parte questo, e ovviamente senza considerare il chiaro requisito di una regolare quotazione, non si sa nulla. I “sospetti” ricadono sulle banche, che tramite gli analisti sono forse gli organi più indicati per prevedere quanto un’azienda possa ottenere con dei riferimenti di tempo più o meno precisi. E i punti da chiarire non sono finiti: basti pensare alla quantità di piccole e medie imprese meritevoli dei Pir, che non essendo nota non può essere affiancata al numero di investitori che richiedono questo genere di strumento, rendendo impossibile una valutazione di quanto il progetto possa essere sostenibile. Tutti dubbi che potrebbero essere sciolti a breve, ma che per il momento non trovano risposte certe in nessuna delle fonti. Per ulteriori chiarimenti è bene contattare il Ministero delle Finanze, se si desidera usufruire dei Pir in qualità di gestore di una Pmi, o la propria banca, se invece si vorrebbe investire un capitale sui Piani.

     

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